Punti chiave
- Il sonno disturbato dal rumore causa effetti negativi come aumento del battito cardiaco e insonnia, impattando il benessere generale.
- Gruppi vulnerabili come bambini, anziani, donne incinte e lavoratori a turni sono più a rischio di conseguenze negative sulla salute.
- Il sonno si divide in 5 stadi: 4 NREM e 1 REM, ognuno con specifiche caratteristiche.
- Il rumore notturno riduce la durata del sonno e altera la sua composizione, influenzando in particolare le fasi di sonno profondo e REM.
- Studi della WHO indicano effetti crescenti sulla salute a seconda del livello di rumore notturno, con gravi ripercussioni sopra i 55 decibel.
- Si raccomanda di non superare i 30 decibel di rumore notturno per prevenire effetti negativi, con tappi per le orecchie come soluzione pratica.
Vi sono evidenze scientifiche che dimostrano che il sonno disturbato dal rumore, comporta numerosi effetti biologici negativi ad esempio un aumento del battito cardiaco, eccitazione, alterazioni ormonali e altro con conseguente aumento dell’uso di medicinali e insonnia. Ciò ha pertanto un impatto negativo sul benessere della persona. Inoltre è ragionevole pensare che un sonno disturbato possa provocare stanchezza cronica e quindi incidenti e ridotti rendimenti nella propria attività lavorativa. Ovviamente alcune categorie come i bambini, gli anziani, le donne incinte e i lavoratori a turno sono più vulnerabili e quindi a rischio di conseguenze negative sulla propria salute.
Il sonno e la sua composizione
REM sta per…
REM è un acronimo inglese e sta per Rapid Eye Movement= movimento oculare rapido
Cerchiamo innanzitutto di capire cos’è il sonno e com’è composto. Il sonno è una periodica e reversibile sospensione temporanea della coscienza e della volontà, caratterizzata inoltre dal rallentamento delle funzioni neurovegetative e dall’interruzione parziale della relazione sensoriale della persona con l’ambiente. Negli anni ‘50 fu scoperta la presenza di movimenti oculari rapidi durante il sonno (dette fasi REM) in alternanza a fasi di assenza di tali movimenti (dette non REM o NREM). Ciò permise negli anni ’60, di definire una vera e propria architettura del sonno. Tale architettura prevede una classificazione in 5 stadi: 4 stadi NREM (stadio 1; stadio 2; stadio 3; stadio 4) e uno stadio REM.
Gli stadi del sonno
Nello stadio 1 avviene il passaggio dallo stato di veglia al sonno. È un periodo molto breve (alcuni minuti) caratterizzato da un rallentamento del battito cardiaco, della respirazione e del movimento degli occhi e da una diminuzione dell’attività cerebrale. Si ha un’attività tonica persistente benché di intensità inferiore rispetto alla veglia. Durante questo stadio è molto facile essere svegliati.
Lo stadio 2 è una fase di sonno leggero durante il quale il battito cardiaco, la frequenza respiratoria e l’attività cerebrale continuano a rallentare, inoltre i movimenti oculari sono quasi assenti.
Nello stadio 3 il tono muscolare è lievemente ridotto e i movimenti degli occhi praticamente assenti. È una fase di sonno quasi profondo.
Lo stadio 4 o sonno profondo, è caratterizzato da assenza di movimenti degli occhi mentre persiste uno stato di attivazione muscolare tonica molto basso. In questa fase l’attività metabolica del cervello è ridotta (minor consumo di ossigeno e glucosio). È difficile svegliarsi in questa fase, ma se il soggetto si sveglia può rimanere confuso per qualche minuto.
Infine, abbiamo lo stadio REM. Questo stadio prende il nome dai movimenti oculari rapidi ed è quella in cui si verificano prevalentemente i sogni più vividi. Il cervello consuma ossigeno e glucosio come se il soggetto fosse sveglio e stesse svolgendo un’attività intellettuale. Se ci si sveglia in questa fase si è perfettamente orientati. Questo stadio è caratterizzato anche da un controllo più impreciso delle funzioni vegetative dell’organismo, infatti la pressione arteriosa aumenta come pure la frequenza respiratoria che si fa più irregolare. Il sonno REM tende a ridursi con l’avanzare dell’età in favore del sonno non-REM.
Come si alternano le fasi REM durante la notte
Nel seguente grafico detto ipnogramma, che rappresenta le fasi del sonno in funzione del tempo, si può vedere che il sonno nel suo complesso è composto da quattro a cinque cicli. Il sonno REM si presenta dopo circa novanta minuti e dura mediamente quindici minuti. Si nota che il sonno profondo diminuisce nel tempo fino a che, in prossimità del risveglio, risulta composto solo dagli stadi 1, 2 e REM.
Che impatto ha il rumore sul sonno?
La durata e la composizione dei cicli varia con l’età, diminuendo dalle 14-17 ore, con maggior incidenza del sonno profondo per i neonati, fino alle 7-8 ore e sonno più leggero per gli anziani.
Per non compromettere lo stato di salute della persona, il sonno deve consentire le normali funzioni di recupero dell’organismo e quindi non deve subire riduzioni o interruzioni. Sono stati evidenziati vari effetti negativi del rumore sul sonno che riguardano la durata e altre interferenze: la durata del sonno può essere ridotta da un ritardato addormentamento e da un prematuro risveglio. Il rumore inoltre determina cambiamenti nella distribuzione degli stadi del sonno quali una riduzione del sonno profondo (stadi 3 e 4) e del sonno REM, un progressivo incremento del sonno leggero (stadi 1 e 2) ed un aumento della veglia notturna. In particolare si è evidenziato che rumori continui incidono principalmente sul sonno REM, mentre rumori intermittenti disturbano, oltre al sonno REM, anche gli stadi 3 e 4 del sonno. È inoltre possibile che si verifichino situazioni in cui, in seguito all’alterazione del sonno REM, sia drasticamente diminuita la capacità di sognare.
Orientarsi nella scala dei Decibel per capire quali rumori incidono sulla salute durante il sonno
In uno studio condotto dalla WHO (WORLD HEALTH ORGANIZATION) per l’Europa, si evidenziano alcuni dati significativi. Nel grafico seguente si possono notare non solo le tipologie di rumore più fastidiose, ma anche che la percentuale di popolazione disturbata nel sonno è significativa e tende ad aumentare negli anni.
Questo studio evidenzia inoltre una correlazione tra i livelli di rumore notturno esterno e gli effetti sulla salute:
- fino a 30 decibel: non si osservano sostanziali effetti biologici;
- tra 30 e 40 decibel: aumentano i movimenti del corpo, i risvegli, i disturbi del sonno, l’eccitazione;
- tra 40 e 55 decibel: c’è un marcato aumento degli effetti negativi; la maggior parte delle persone esposte ne risente e si adatta a convivere con il rumore.
- sopra 55 decibel: la situazione è considerata pericolosa a livello di salute pubblica. Gli effetti avversi sono frequenti e il sistema cardiovascolare comincia a essere sotto stress. Una conversazione normale fra due persone si attesta intorno ai 60 DB.
In conclusione, per la prevenzione degli effetti clinici del rumore notturno la popolazione non dovrebbe essere esposta a livelli che superano i 30 decibel durante la notte, considerata la soglia massima per proteggere i cittadini, compresi i gruppi più vulnerabili. Qualora questa soglia venga superata è sempre possibile utilizzare tappi per le orecchie che in modo semplice ed economico possono risultare un’efficace soluzione al problema della qualità del sonno. Ne esistono di vari modelli con diversi livelli di abbattimento del rumore e di comfort.